sabato 13 novembre 2010

LA DIPENDENZA PATOLOGICA

Per dipendenza si intende una alterazione del comportamento che da semplice e comune abitudine diventa una ricerca esagerata e patologica del piacere attraverso mezzi o sostanze o comportamenti che sfociano nella condizione patologica. La persona dipendente perde ogni possibilità di controllo. Dal punto di vista degli effetti è utile suddividere la dipendenza in dipendenza fisica (alterato stato biologico) e dipendenza psichica (alterato stato psichico e comportamentale). Le forme più gravi comportano dipendenza fisica e psichica con compulsività, cioè, ad esempio, con bisogno di assunzione ripetuta della droga da cui si dipende per risperimentarne l’effetto psichico ed evitare la sindrome di astinenza. Dal punto di vista delle cause si può dipendere patologicamente da sostanze stupefacenti (tossicodipendenza), in cui rientrano l’alcolismo e il fumo, da cibo (anoressia, bulimia e binge eater disorder), da sesso (dipendenza sessuale), da comportamenti come il gioco (gioco d’azzardo patologico), da lavoro (work-a-holic), lo shopping (shopping compulsivo), internet (internet dipendenza), i videogame e dalle relazioni (dipendenza affettiva).
Cause e sviluppo di una dipendenza
Si può parlare di una serie di fattori che possono causare dipendenze, distinguendo tra fattori generali e fattori individuali.
1. Fattori generali
• Eccessive pretese o stress
• Disponibilità dell’oggetto
• Ricompense abituali
1. Fattori individuali
• Fragile supporto familiare
• Personalità vulnerabile
Francisco Alonso Fernandez (Le altre droghe, EUR, 1999) sostiene che nella maggior parte dei casi lo sviluppo di una dipendenza segue una sequenza definita:
1. la trasformazione di un desiderio consentito in un impulso incontrollabile ed irrefrenabile impossibile da allontanare.
2. la realizzazione dell’impulso incontrollato accompagnato da un’autostimolazione piacevole primaria o secondaria, la quale, dopo un certo periodo di evoluzione, ovvero dopo molteplici ripetizioni dell’impulso, è sostituita dalla ricompensa negativa in forma di azione autosedativa o autorilassante con la conseguente dispersione dei sentimenti negativi.
3. l’azione impulsiva allontana il freno di un sentimento di vergogna o di colpa. La persona affetta avverte infatti una certa impotenza nel contenere e dominare la sua dipendenza, sconfitto dall’oggetto della dipendenza.
4. la ripetizione della dipendenza si verifica dopo un certo periodo di tempo, che varia a seconda dei soggetti, delle circostanze e della natura del processo di dipendenza.
Francisco Alonso Fernandez, (Le altre droghe, EUR, 1999) suddivide la dipendenza in:
1) DIPENDENZA DALLA DROGA
Droghe legali: tabacco, caffè, alcol, farmaci
Droghe illegali: oppiacei, cannabis, cocaina e altre
2) DIPENDENZA SENZA DROGA
Droghe legali: Cibo, sesso, televisione, acquisti, lavoro
Droghe illegali: furto, piromania, stupro
Non tutte le dipendenze sopra descritte possono comunque essere messe sullo stesso piano, perché esse producono effetti diversi sulla vita delle persone. Ciononostante, le ragioni che le producono sono strettamente imparentate tra di loro e riguardano in maniera significativa le sensazioni di inadeguatezza nel fare i conti con se stessi e con la propria realtà, legata alla struttura cognitiva profonda che si costituisce a partire dalla situazione di dipendenza primaria.

mercoledì 1 settembre 2010

GRUPPI E SEMINARI 2010-2011

Da Settembre 2010 sono aperte le iscrizioni per aderire ai gruppi sulla dipendenza affettiva e relazionale, sullo shopping compulsivo e sulla dipendenza da internet e chat.
Per informazioni e prenotare un primo incontro conoscitivo:
338/8778352

martedì 13 aprile 2010

VENERDI' LETTERARI 2010

TI SPIEGO di ROMANA PETRI
Venerdì 16 Aprile 2010 - ore 17:30
Palazzo Comunale - Sala V.L. Moffa
Assessorato alla Cultura - Comune di Colleferro
Presentazione del libro Ti Spiego di Romana Petri
Mario e Cristiana hanno superato i sessant'anni e da quindici sono divorziati. Lui, ingegnere idraulico, si è da poco trasferito a Rio de Janeiro con la giovane moglie e il figlio di appena un anno. Lei, invece, è rimasta a Roma con i due figli ormai grandi e un secondo, felice, matrimonio. Cristiana un giorno, riceve una lettera di Mario dal Brasile,
nella quale lui le dice che si sente vecchio e che per ritrovare un po' di
giovinezza ha bisogno di scambiarsi delle lettere con lei, la sua prima
moglie. E' convinto che solo tornando indietro con chi si è stati giovani
davvero si possa esserlo ancora. Le lettere di Mario, però, il lettore non le leggerà mai. Sarà solo attraverso le risposte di Cristiana che vedrà scorrere davanti ai suoi occhi, insieme alla storia del loro amore naufragato, l'inganno di un'intera generazione.
Relatrici:
Itala Colaceci - Maria Vittoria Vittori - Teresa Paolella
Autrice:
Romana Petri

mercoledì 31 marzo 2010

PERCORSI DI GRUPPO: “Autostima e benessere”

Il corso si rivolge a tutti coloro che hanno difficoltà a trovare ed attivare le proprie risorse e sentono il bisogno di recuperare un’immagine positiva di sé e degli altri, rinforzando la propria autostima e modificando il modo di vivere gli eventi.
L’autostima è una componente del nostro benessere psicologico e funziona come una particolare lente che ingigantisce o minimizza le nostre risorse personali. Chi sperimenta bassa autostima non si sente sufficientemente sicuro del proprio valore e delle proprie qualità, evita spesso di scegliere e di agire per un eccessivo timore di sbagliare; sperimenta quindi, incertezza e difficoltà a staccarsi dalla situazione problematica per cercare una soluzione e quando vive un insuccesso soffre maggiormente associando l’accaduto esclusivamente ad una mancanza mentre, quando sperimenta un successo, tende a svalutarlo.

Gli obiettivi principali del corso sono:
- Aiutare i partecipanti a ridimensionare i propri obiettivi irrealistici verso mete più raggiungibili e realistiche;
- Migliorare le abilità di coping per raggiungere dei risultati;
- Ampliare la capacità di entrare in contatto con le proprie emozioni e i propri vissuti

Contenuti formativi:
- Cos’è l’autostima
- Autostima attraverso il linguaggio verbale e corporeo
- Fattori che motivano nell’autostima
- Cosa comporta una bassa o un’altissima autostima
- Le basi necessarie per migliorare la propria autostima

In collaborazione con la Dott.ssa Francesca Colaiacomo

martedì 30 marzo 2010

PERCORSI DI GRUPPO: "LA GESTIONE DELLA RABBIA E DEL CONFLITTO"

La rabbia è una emozione, considerata fondamentale da tutte le teorie psicologiche, insieme alla gioia e al dolore. Molti risultano essere i termini linguistici che si riferiscono a questa reazione emotiva: collera, esasperazione, furore ed ira rappresentano lo stato emotivo intenso della rabbia; altri invece esprimono lo stesso sentimento ma d’intensità minore, come: irritazione, fastidio, impazienza. C’è chi dice di non arrabbiarsi mai, e chi è sempre pronto a scattare. La rabbia è la reazione ad un limite, esprime il bisogno vitale, di affermare il proprio Io: i bambini si arrabbiano violentemente, con le cose, con i divieti e le persone. Reprimere le manifestazioni d’ira è nocivo alla salute psicofisica: depressione, problemi psicosomatici come l’ulcera e l’emicrania possono colpire i troppo accomodanti e compiacenti. Chi invece esprime la rabbia, al di là dello sfogo catartico entro breve tempo, si trova ad affrontare grossi disagi relazionali. Soprattutto se a scatenare l’emozione sono conflitti con genitori, partner, e colleghi; di solito, più è intensa la relazione, più violenta è l’aggressività che si scatena nei contrasti.
Il percorso di gruppo tratterà, in particolar modo, il riconoscimento e la gestione delle emozioni legate alla paura ed alla rabbia e a gestire i conflitti interpersonali.
Contenuti formativi:
- Le emozioni fondamentali
- I livelli di espressione della rabbia
- Il circuito rabbia-paura
- Modelli per la gestione del conflitto e sviluppo di strategie alternative
In collaborazione con la Dott.ssa Francesca Colaiacomo

lunedì 29 marzo 2010

I DISTURBI NELL’ETA’ EVOLUTIVA: STRUMENTI PER RICONOSCERLI E STRATEGIE D'INTERVENTO

CONFERENZA
Venerdì 9 Aprile 2010 alle ore 16,30 - Palazzo Comunale – Sala Moffa
INTERVERRANNO:
Cinzia Sandroni – Assessore ai Servizi Sociali e Formazione
Itala Colaceci - Psicologa Psicoterapeuta
Teresa Paolella - Psicologa Psicoterapeuta
Maria Chiara Pandolfi - Psicologa

lunedì 1 marzo 2010

SEMINARI 2010

Sono aperte le iscrizioni ai Seminari tematici per l'informazione e la prevenzione del disagio psicologico. Tematiche affrontate:
- Dipendenza affettiva
- Cibo: fonte di essere e ben-essere
- Ciclo di vita delle donne
Per poter partecipare ai Seminari è necessario prenotarsi al numero 3388778352.

venerdì 12 febbraio 2010

COOKING THERAPY: LA CUCINOTERAPIA

Ultimamente la stampa italiana ha iniziato ad occuparsi e a trattare il comfort food, il genere di cibo che si mangia per il suo effetto consolatorio, a volte ingoiato avidamente, a volte con serenità. Il comfort food comprende tutti quei cibi che rassicurano e consolano nei momenti di stress emotivo: quando abbiamo voglia di sapori collaudati, di un piatto che ci tiri su, quando l’umore è a terra e desideriamo mangiare qualcosa che ci riporti ai sapori familiari dell’infanzia. Nel tempo ha acquisito anche una connotazione negativa, diventando la risposta a una sorta di raptus alimentare (binge), cioè quel desiderio coatto e irrefrenabile di ingurgitare cibo in un momento di sconforto. Generalmente, però, ingozzandosi di cibo già pronto non si ottiene una vera azione terapeutica. Il messaggio della Cucinoterapia è quello di mantenere un’interpretazione positiva del comfort food, trasformarlo in Cooking therapy per ottenere cibo per l’anima (soul food).
Cucinare con e per l’Altro cura l’anima, il cuore e la mente: aumenta l’autostima, aiuta a sedurre, accresce l’intimità fisica e mentale; fa sentire efficaci. E’ una terapia utile per distrarsi, per aumentare la manualità, per allontanare la depressione, per dare sfogo alla creatività, per reintegrarsi, per consolarci, per festeggiare, per fraternizzare. Oltre a tutto questo, il cucinare può diventare realmente curativo per chi soffre di problemi alimentari che rientrano nella categoria dei disturbi ossessivo-compulsivi.
La cooking therapy ha valore terapeutico fisico, cognitivo, sociale e intra-personale.
Fisicamente perché la cottura richiede l’uso delle spalle, mani, polsi, gomito, collo ed un buon equilibrio generale ed una buona forza muscolare (per sollevare, miscelare, tagliare, ecc). E’ importante anche la consapevolezza sensoriale per avere la sicurezza nel trattare oggetti caldi, bollenti e taglienti.
Il terapeuta può scegliere le ricette che variano in forza muscolare e articolare richieste, fornendo al cliente le crescenti sfide per migliorare la propria capacità fisica. La cooking therapy può anche insegnare il valore di una buona alimentazione, migliorando così la salute generale fisica. La cottura richiede, pure, la soluzione dei problemi attraverso integrazioni cognitive. Essa può insegnare e migliorare la sequenza, la capacità di gestione del tempo, la versatilità, la memoria, l’attenzione e la concentrazione. La sequenza riguarda la pianificazione, l'organizzazione e la comprensione di come e in quale ordine effettuare i passi necessari per preparare il piatto. La gestione del tempo è necessaria per consentire il completamento di un compito in un dato arco di tempo. La versatilità è importante nel modificare le ricette e le tecniche una volta che le competenze di base sono state acquisite. La concentrazione è necessaria con l’aumentare della complessità delle ricette. L'attenzione è importante quando diversi compiti sono da svolgere quasi contemporaneamente. Infine, la memoria (a lungo, a breve termine e immediata) è importante per ricordare la sequenza di passi, di come realizzare le ricette, i limiti di tempo e le questioni di sicurezza, pur tenendo a mente il prodotto finale dell'attività. La cottura è in grado di sviluppare la competenza intrapersonale come ad esempio l'autostima e la comprensione delle proprie capacità, fornendo un senso di realizzazione nella creazione di un pasto soddisfacente. Inoltre, cucinare per gli altri o per se stessi fornisce l'opportunità di sviluppare competenze sociali. Cucinare con gli altri consente, ad un individuo, di ampliare le proprie reti sociali, familiari e relazionali.

BIBLIOGRAFIA
Creek, Jennifer. Occupational Therapy and Mental Health 2nd Edition, 1997, Churchill: New York
Esmail, Shaniff. Occth 209 Lecture Manuale, 1997, University of Alberta: Edmonton
Webster's New World Dictionary, 2nd Edition College, 1980, Simon & Schuster: New York
Schira Roberta. Cucinoterapia – Curare, accudire, amare se stessi e gli altri con il cibo, 2009, Salani Editore

mercoledì 3 febbraio 2010

Giovedì 4 Febbraio 2010 - ore 18.00
presso la Libreria Sangraal, Colleferro
IL CIBO... FONTE DI ESSERE E BEN-ESSERE
ATTRAVERSAMENTI TRA PSICOLOGIA,NARRATIVA E VISSUTO

Dott.ssa Itala Colaceci Psicologa, Psicoterapeuta
Dott.ssa Francesca Colaiacomo, Psicologa

Libreria Sangraal: Via Latina, 12/14 – 00034 Colleferro (Rm) –
Tel 0697080689
Società Cooperativa Le Esperidi onlus: Via Guido d’Arezzo – 00198 Roma -
Tel 3388778352

sabato 9 gennaio 2010

PSICOLOGIA E BENESSERE…

INCONTRI DI GRUPPO O INDIVIDUALI PER RITROVARE LA SERENITA’ E STAR BENE CON SE STESSI…

Da FEBBRAIO 2010


INSONNIA…dall’alimentazione al comportamento…strategie per combatterla
Ciclo di incontri con una equipe specializzata per combattere un fenomeno sempre più comune…
Per informazioni e fissare un primo incontro conoscitivo: 338/8778352

COUNSELING NUTRIZIONALE…
Educazione alimentare, incontri film-tematici, dieta-terapia, il cibo e le emozioni…
Una equipe di esperti ti aiuterà a raggiungere l’obiettivo.
Per informazioni e fissare un primo incontro conoscitivo: 338/8778352

LE SEI DIMENSIONI DEL BENESSERE PSICOLOGICO

Questa la “formula della felicità” secondo la psicologa americana Carol Ryff
ACCETTAZIONE DI SE’
Soglia alta: hai un atteggiamento ottimistico verso te stesso, accetti i tuoi lati buoni e cattivi e guardi anche al passato in modo ottimistico.
Soglia bassa: sei insoddisfatto nei confronti del tuo io, vorresti essere diverso, ti senti deluso dal tuo passato.
RELAZIONI CON GLI ALTRI
Soglia alta: hai relazioni umane appaganti, sei capace di empatia e interessato al benessere degli altri.
Soglia bassa: hai scarse relazioni interpersonali, sei poco empatico e non accetti compromessi al fine di mantenere i rapporti con gli altri.
CRESCITA PERSONALE
Soglia alta: il tuo io è in continua formazione, sei aperto a nuove esperienze e pronto a realizzare le tue potenzialità, sai cambiare in modi che riflettono più consapevolezza.
Soglia bassa: sei in una situazione di stagnazione, ti manca l’impulso a cambiare, provi noia verso la vita.
OBIETTIVI NELLA VITA
Soglia alta: la tua vita è ricca di obiettivi, senti che c’è un significato, sia per il passato che nel presente. Hai valori che danno senso all’esistenza.
Soglia bassa: non riesci a dare valore o senso di direzione alla vita, hai scarsi obiettivi, non hai valori forti.
PADRONANZA DELL’AMBIENTE
Soglia alta: mantieni il controllo del tuo ambiente, sai cogliere le opportunità, sei capace di creare contesti funzionali alle tue esigenze.
Soglia bassa: hai difficoltà nel padroneggiare gli eventi e non riesci a migliorare il contesto in cui ti trovi.
AUTONOMIA
Soglia alta: hai una personalità indipendente, pensi in modo autonomo e sai resistere alle pressioni sociali.
Soglia bassa: sei preoccupato per le valutazioni e le aspettative degli altri, ne temi il giudizio o ne sei condizionato, ti adegui alle pressioni sociali.